Per gli Stati Uniti si tratta di un colpo determinante inflitto ad al
Qaida. L’uccisione di Abu Yahya al-Libi – considerato il numero due e
l’ideologo dell’organizzazione terroristica – ne mina secondo Washington
le basi e apre una crisi sul suo futuro.
Era il leader operativo di al Qaida. È stato ucciso con un drone
statunitense in Waziristan, al confine tra Pakistan e Afghanistan: “La
sua morte è parte della disgregazione in corso in seno ad al Qaida – ha
detto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney -. E quella
disgregazione ha decimato i ranghi a tal punto che ora non vi è alcun
chiaro successore che possa accollarsi l’ampiezza delle proprie
responsabilità”.
Dopo l’uccisione di Osama bin Laden nel maggio dello scorso anno,
sempre in Pakistan, Abu Yahya al-Libi aveva accelerato l’ascesa ai
vertici di al Qaida, attualmente guidata da Ayman al Zawahiri. L’FBI aveva offerto una ricompensa di un milione di dollari per la sua cattura.
Nelle ultime settimane gli attacchi statunitensi con l’ausilio di
droni nel territorio del Pakistan sono aumentati, accrescendo la
tensione tra Wahsington e Islamabad, che denuncia gravi danni
collaterali.
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