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lunedì 4 giugno 2012

La fusione piezonucleare è una bufala

La storia di uno studio per ottenere energia pulita che non ha un fondamento scientifico. Ma in Italia le ricerche continuano

di Stefano Pisani
Hanno tradito il metodo scientifico, che si basa sulla condivisione delle informazioni e sulla possibilità di verificare e riprodurre in modo indipendente ogni affermazione o risultato accampato da un qualsiasi esperimento, e bisogna intervenire perché un ente pubblico come l’ Inrim (l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica) non si consacri alla ricerca in un settore destituito di qualsiasi fondamento scientifico. È questo il punto da cui prende le mosse l’appello rivolto al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica che circola da qualche giorno in Rete, promosso da Ezio Puppin, fisico del Politecnico di Milano, e da altri scienziati.







L’argomento al centro delle polemiche è quello della presunta energia da fusione piezonucleare, un fenomeno presentato per la prima volta in una ricerca del 2009 di Fabio Cardone e Roberto Mignani, fisici attualmente in forze all’ Università degli Studi Roma Tre. Nello studio si sosteneva di aver prodotto una reazione in cui il torio, elemento radioattivo, diluito in acqua e sottoposto a onde di pressione, modificava il proprio tasso di decadimento naturale e produceva neutroni. Ossia si verificava una reazione nucleare. Il fenomeno è stato però subito messo in dubbio da tre studi che non confermano i risultati di Cardone e Mignani, sollevando forti dubbi sulla validità dei dati pubblicati su questo argomento. I lavori in questione sono tre, e sono internazionali: uno è dell’ Infn di Frascati, uno dell’ Università di Uppsala e uno dello Snolab canadese.

Mentre la comunità scientifica mondiale discuteva del piezonucleare, in Italia nel ddl del 2009 sul piano energetico nazionale veniva inserito un emendamento che impegnava il Governo a finanziare la ricerca sul piezonucleare e nel 2011 Alberto Carpinteri, ordinario di scienza delle costruzioni del Politecnico di Torino, veniva nominato presidente dell’Inrim, afferente al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che si occupa di scienza delle misurazioni. Carpinteri è uno dei coautori degli articoli nei quali si sostiene l’esistenza delle reazioni piezonucleari e ha dichiarato, per esempio, di riuscire a produrre neutroni frantumando pezzi di granito, marmo e altre rocce, aprendo quindi le speranze a un panorama quasi miracoloso di energia nucleare senza radiazioni né scorie. E Carpinteri, appena insediato, pare abbia proposto una modifica della visione strategica dell’ Inrim proponendo un documento di 20 pagine, di cui quattro dedicate al piezonucleare.

Come si legge nell’appello, “l’Inrim è deputato alle ricerche di metrologia indispensabili alla comunità scientifica, e prima ancora alla tutela della salute e della sicurezza di tutti i cittadini. Esistono altre istituzioni deputate alle ricerche sulle reazioni nucleari quali l’Infn e l’Enea. Per quanto sopra esposto i firmatari invitano il ministero vigilante ad intervenire tempestivamente al fine di verificare se corrispondono al vero le affermazioni, più volte ripetute e riportate a mezzo stampa, che si intende porre tra le priorità dell'attività dell'Inrim lo studio delle reazioni piezonucleari. I proponenti ritengono che questo getterebbe discredito sull'intero sistema della ricerca e auspicano che si possa ricondurre la politica del nostro istituto metrologico nazionale entro i canoni della prassi scientifica unanimemente accettata in tutto il mondo”. E il sospetto è che “dietro questa improbabile vicenda scientifica, a prescindere dalla sua infondatezza, si possano celare interessi materiali assai rilevanti”, si legge sempre nella petizione, che attualmente conta quasi 700 firmatari e che si può leggere e firmare qui.

Fonte: Daily wired.it

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