
È già stata definita con il nome poco rassicurante di “la nuova Aids ameircana”. Ma è nota nel settore come morbo di Chagas. Si tratta di una malattia tanto pericolosa quanto letale, causata dalle triatomine, ossia dei piccoli insetti che si nutrono di sangue come le comuni zanzare. La ricerca è reperibile sulla rivista scientifica Plos Neglected Tropical Diseases.
A dispetto dell'origine parassitaria della malattia, il morbo di Chagas ha molte somiglianze con il virus dell'HIV.
Oltre alla precoce diffusione, la malattia può incubare i sintomi per
molti anni prima di essere diagnosticata. Secondo quanto asseriscono le
prime stime riportate dal New York Times,
sarebbero circa 10 milioni le persone sparse nel mondo ad essere già
state infettate dal morbo. Le zone più colpite, tuttavia, sono i paesi
dell'America Centrale, il Messico, la Colombia e la Bolivia. Anche negli
Stati Uniti sarebbero stati identificati i primi casi che, ad ogni
modo, ammontano alla cifra considerevole di 30 mila unità. Come per
l'AIDS, i farmaci sono carenti nei paesi più poveri. E la sua diffusione
è facilitata soprattutto a causa dei viaggi e dei rapporti con
l'America Latina.
Purtroppo, la malattia di Chagas è stata
fortemente trascurata sin dalla sua scoperta. Ma a ben vedere i dati, le
morti che semina sono decisamente numerose. Solo nel 2008 ha mietuto 10
mila vittime. Vittime che, per la maggior parte, vivevano in condizioni
di povertà ed erano per lo più persone immigrate negli Usa. Come si
legge sul rapporto pubblicato su PLos, "la 'globalizzazione' di
Chagas si traduce fino a un milione di casi nei soli Stati Uniti, con un
picco della malattia in Texas e nel Golfo, sebbene altri stimino la
diffusione approsimativamente a 300 mila casi negli U.S.".
Oggi, del morbo si sa che, se
diagnosticato precocemente, potrebbe essere prevenuto con tre mesi di
trattamento farmacologico. Tuttavia, sono proprio le condizioni precarie
dei malati a trascurare qualsiasi tipo di cure, a causa del loro
elevato costo. La malattia si diffonde attraverso le trasfusioni di sangue e,
in alcuni casi, seppur poco frequenti, da madre a figlio. I sintomi si
fanno coincidere con febbre molto alta, condizione di malessere e
gonfiore ad uno dei due occhi.
Dopo una prima fase, la malattia sembra
essere sconfitta sebbene, in realtà, stia covando i suoi disturbi per
alcuni anni. Per poi riemergere in una nuova fase acuta, attraverso stipsi e disturbi gastrointestinali.
Fattore letale è l'annidarsi del parassita nel cuore, dove può persino
riprodursi. A lungo andare, l'organo è portato a gonfiarsi e, infine, a
esplodere e provocare la morte del paziente.
Il morbo di Chagas prende il nome dal suo
scopritore, il medico brasiliano Carlos Chagas, che lo scoprì nel 1909.
Definì le triatomine “kissing bugs”, ovvero succhiatori di sangue,
insetti non più grandi di 20 mm. Non una nuova conoscenza se pensiamo
che la sua parente più prossima è la ben note mosca tse tse, di origine africana. E, secondo quanto sostengono i ricercatori dell'Università del Maryland, pare che già Charles Darwin
soffrisse del morbo. Pare, infatti, che lo scienziato avesse contratto
la malattia durante uno dei suoi viaggi in America del Sud. E che, solo
47 anni dopo, lo condusse alla morte per arresto cardiaco. Oggi, questa
notizia appare chiara se rapportata a quanto lo stesso esploratore
scrisse in uno dei suoi diari. Raccontò, infatti, di essere stato punto
da un insetto nero e senza ali. Che fosse proprio un “succhiatore di
sangue”?
Fonte: Nextme.it
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