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| Save the children, contro torture bambini. |
A 6 anni morto e poi cadavere trattato come cane''. Ribelli, bomba a sede sicurezza.
I bambini in Siria sono soggetti a "torture raccapriccianti, incarcerazioni e rapimenti": lo denuncia un rapporto di Save the Children, che chiede queste "atrocità" siano meglio documentate dagli organismi dell'Onu. Ciascuno dei bambini intervistato ha assistito all'uccisione di "almeno un familiare". "Ho visto un bimbo di sei anni. Era quello che torturavano di più. Non gli hanno dato da mangiare e bere per tre giorni. Poi è morto, hanno trattato il cadavere come fosse quello di un cane", racconta Wael di 16 anni.
BOMBA DAMASCO NEI PRESSI SEDE INTELLIGENCE - Una sigla dei ribelli siriani ha rivendicato poco fa sulla sua pagina Facebook l'attacco dinamitardo contro una sede dei servizi di sicurezza a Damasco, nel quale sarebbero stati uccisi, secondo la fonte, "decine di coscritti e ufficiali" del regime. A rivendicare l'attacco è il Gruppo dei Compagni dell'Islam (Tajammu Ansar al Islam), formazione siriana sunnita con tendenze radicali che opera nella regione di Damasco all'interno della galassia dei gruppi ribelli anti-regime.
Le autorità siriane confermano l'attacco di stamani a una scuola di Damasco trasformata in caserma per le forze del regime ma smentiscono che ci siano stati dei morti. Il bilancio diffuso dall'agenzia ufficiale Sana è di sette feriti lievi, ma non si forniscono le generalità delle vittime né si precisa se si tratta di civili o militari. L'attacco è attribuito a non meglio precisati terroristi e si afferma che a esplodere sono stati due ordigni.
Testimoni oculari interpellati dall'ANSA e residenti a Midan, quartiere vicino al luogo dell'attacco nella parte meridionale di Damasco, hanno affermato che l'esplosione è avvenuta alle 9:45 locali (le 8:45 in Italia) contro l'edificio della ex scuola "Figli dei Martiri", dove sono acquartierati da mesi membri delle forze fedeli al presidente Bashar al Assad. La scuola si trova tra la "Sezione Palestina", dipartimento dei servizi di sicurezza militari, e la Facoltà di ingegneria dell'Università di Damasco, in una zona altamente sorvegliata dalle forze di sicurezza e, dall'inizio della rivolta un anno e mezzo, fa protetta da barriere stradali. Subito dopo l'esplosione, affermano i testimoni, sono accorsi sul luogo due mezzi dei vigili del fuoco e altrettante ambulanze, mentre le strade del circondario sono state chiuse al traffico.
Fonte: ANSA
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