Acne: a sconfiggerla ci pensa un virus della pelle

Esempio di acne meno agressiva e post acne

L'acne, tanto odiata dai più giovani, potrebbe essere sconfitta da un virus che già vive nell'uomo. Lo ha scoperto uno studio condotto dagli scienziati dell'Università di Pittsburgh in collaborazione con i colleghi dell'Università della California di Los Angeles. I due team hanno esaminato due classi di piccoli microbi che condividono un nome altisonante: Propionibacterium acnes, un batterio che prolifera nei nostri pori e che può scatenare l'acne, e il Propionibacterium acnes phages, una famiglia di virus che vive sulla pelle umana.





Questi ultimi però sono innocui per l'uomo e programmati per infettare ed eliminare i batteri P. acnes che, una volta provocata l'infezione, colpiscono il sistema immunitario e causano il gonfiore e le bolle arrossate associate all'acne. La maggior parte degli attuali trattamenti agiscono riducendo il numero di P. acnes sulla pelle. Ma c'è un altro modo per combatterli. Utilizzando sul naso di due volontari le classiche strisce contro l'acne acquistabili in farmacia, i ricercatori hanno esaminato il batterio dell'acne e il virus P. acnes. Hanno poi sequenziato i genomi dei virus e hanno scoperto che essi hanno caratteristiche comuni, ma una grande differenza: i virus avevano la capacità di distruggere i loro ospiti, rendendoli di fatto un rimedio da considerare per lo sviluppo di una nuova terapia anti-acne. Il sequenziamento del Dna ha permesso di scoprire che i virus erano portatori di un gene che produce un enzima chiamato endolysina, in grado di distruggere i batteri. “L'acne colpisce milioni di persone, e tuttavia abbiamo pochi trattamenti che siano sicuri ed efficaci", ha detto il ricercatore principale Robert Modlin, professore di microbiologia, immunologia, genetica molecolare dell'UCLA David Geffen School of Medicine. "L'utilizzo di virus che naturalmente depredano i batteri che causano i brufoli è in grado di offrire uno strumento nuovo e promettente contro le cicatrici fisiche ed emotive dell'acne grave."

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista dell'American Society for Microbiology.

Fonte: Nextme.it