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martedì 31 luglio 2012

Clima: scienziato scettico si ricrede analizzando i dati


Negli ultimi 250 anni termometro su di 1,5 °C. Chiaro il legame con la concentrazione di anidride carbonica

Clima: scienziato scettico si ricrede analizzando i dati


Il riscaldamento globale è dovuto alle attività umane? No. Anzi sì. "Non me lo aspettavo, ma come scienziato sento che è mio dovere lasciare che le prove cambino la mia opinione". Così parlò Richard Muller, professore di fisica a Berkeley che fa parte con una quindicina di altri scienziati, del Berkeley Earth Surface Temperature team, che studia come i cambiamenti della temperatura possano essere ricondotti alle attività umane o a eventi naturali quali eruzioni vulcaniche o attività del sole. Muller era un clima-scettico: non credeva cioè alla versione che mette d'accordo gran parte degli scienziati che vuole che le emissioni di gas a effetto serra, dovute principalmente all'uso di combustibili fossili, siano tra le cause del global warming. Cosa gli ha fatto cambiare idea?
L'analisi delle temperature registrate sulla superficie terrestre negli ultimi 250 anni, che va perciò 100 anni più indietro nel tempo rispetto alle ricerche precedenti. Lo studio, al quale Muller ha partecipato, ha preso in considerazione le rilevazioni fatte da 36.000 stazioni in tutto il mondo. La conclusione cui è giunto il team di Berkeley è che la temperatura terrestre è aumentata globalmente di 1,5 °C negli ultimi 250 anni. "I cali improvvisi di temperatura registrati tra il 1753 e il 185", ha spiegato Robert Rohde, tra gli autori dell'analisi, "corrispondono a eventi vulcanici noti". Le nubi di polvere che seguono le eruzioni vulcaniche schermano i raggi solari causando un raffreddamento della Terra per qualche anno. Per quanto però riguarda il progressivo innalzamento della temperatura, il team ha confrontato la curva crescente con curve che rappresentano l'attività solare nello stesso arco di tempo e con altri fattori come la crescita demografica.
"Con mia grande sorpresa", ha dichiarato Muller, "la corrispondenza nettamente migliore l'abbiamo trovata con i dati riferiti alla concentrazione di anidride carbonica in atmosfera, ottenuti con misurazioni atmosferiche o dedotti da bolle d'aria intrappolata nei ghiacci polari". Secondo Muller questo abbinamento non è ancora sufficiente per poter dire con certezza che è il biossido di carbonio ad aver causato l'aumento di temperatura, ma "per essere presa in considerazione, qualsiasi spiegazione alternativa deve fornire dati che combacino almeno altrettanto bene".
Quanto all'attività solare, cui molti scettici si appellano per spiegare le variazioni di temperatura, perfino gli esperti dell'IPCC, nel loro rapporto sul clima del 2007 avevano ipotizzato che un suo aumento potesse aver contribuito all'innalzamento delle temperature, almeno prima degli anni Cinquanta del secolo scorso. L'analisi di Berekley Earth, più ricca di dati rispetto a quella svolta dall'IPCC, smentisce questa ipotesi: negli ultimi 250 anni il contributo dell'attività solare al global warming è stato trascurabile.
Lo studio, secondo gli autori, deve la sua forza al fatto di non basarsi su modelli climatici, che sono stati bersaglio di molte critiche da parte dei clima-scettici, in quanto considerati troppo complessi e poco trasparenti, ma semplicemente sui dati rilevati e sul loro confronto. Chi volesse vedere come è cambiata la temperatura nel proprio paese e addirittura nella propria città, può trovare tutti i dati sul sito di Berkeley Earth.
Fonte: Scienza.panorama

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