Guadagna soldi ora!

lunedì 8 ottobre 2012

Fate of the World, il gioco dove impari a salvare il mondo!

Chi ha mai desiderato almeno una volta nella vita salvare il mondo? Ok, quanti di quelli che hanno alzato la mano volevano farlo semplicemente per sfoggiare dei superpoteri? Bene, voi potete andare a giocare a Superman 64, lasciate la roba difficile alle persone serie. Vabè se promettete di non fare tanto rumore potete ascoltare anche voi. Come dicevo: questo è un gioco di salvare il mondo. Ma salvare il mondo da cosa? Semplice, da tutto. Quello a cui i più allarmisti fra scienziati, giornalisti e quant’altro è il male che lentamente porta alla rovina il mondo virtuale di Fate of the World (per l’appunto il destino del mondo). A capo di un’organizzazione fittizia con potere globale e al di sopra delle regole, sarete chiamati a risolvere la crisi mondiale.



L’enorme qualità del gioco è quella di riuscire a entrare nei meccanismi della crisi, a studiarne e cogliere le numerose sfaccettature che assumono ora l’aspetto dell’inquinamento ambientale, ora una crisi finanziaria dovuta alla mancanza di combustibili, fino a situazioni più problematiche che affliggono paesi con una decisa sovrapopolazione e scarsità di risorse. Il gioco si presenta come un gestionale duro e puro, dietro una interfaccia estremamente elegante e pulita (oltre che apparentemente semplice, giusto per instillare quel senso di sicurezza che ti fa pensare di aver capito tutto del gioco nei primi 10 minuti, prima di perdere rovinosamente) si nascondono diversi menu contenenti grafici, indici e valori apparentemente superflui per riuscire nel gioco. Tenete a mente questo punto. Le azioni che si vogliono compiere dovranno essere scelte da alcuni mazzi di carte divisi per colore, il colore serve a distinguere le diverse aree d’interesse coperte dalle carte stesse: verde per l’ambiente, blu per la tecnologia, giallo per le risorse, rosso per la società e grigio per la politica. Per ognuno di questi pool si dovrà acquistare l’accesso alle restanti carte ad esclusione di quelle color arcobaleno che riguardano progetti a lungo termine di interesse generale.

Successivamente si dovranno pagare le azioni stesse, alcune delle quali necessiteranno di un solo turno (che fa scorrere il tempo di 5 anni in 5 anni) per essere messe in pratica mentre altre costituiranno provvedimenti duraturi nel tempo, per ogni singola area geografica del mondo. La profondità del gioco inizia qui, quando ci si rende conto che non c’è una soluzione buona per tutti. Ogni zona soffrirà di problemi differenti, avrà pregi e difetti e reagirà in modi perfino opposti a seconda della situazione sociale, politica e militare. Il primo passo è quello di capire di cosa ha bisogno ognuna di queste frazioni. Il secondo passaggio verso un mondo più profondo non sarà abbastanza facile, vi costerà fatica e impegno mentale. Si, Fate of the World è un gioco che fa pensare (o per lo meno riflettere), richiede un lavoro mentale superiore a quello del gioco medio, e dopo aver cannato completamente diverse partite scoprirete che comprendere i termini (solo in inglese purtroppo per i nostri amici non bilingue) e tutti quei piccoli valori che appaiono nelle tabelle, è fondamentale.

 Un ulteriore punto che impiega il suo tempo per saltare all’occhio è che non basta fare tutti felici per salvare il mondo. Nelle mie prime esperienze mi sembrava che tutto procedesse per il meglio: ero amato ovunque, piazzato una bella pezza sui vari problemi globali e nel frattempo ignoravo gli allarmantissimi dati sulle estrazioni petrolifere e altre fonti di energia, i dati sull’inquinamento e quant’altro. Chiaramente a un certo punto è scoppiato il bubbone e diversi stati, tra cui sempre quel simpatico simpatico paese che è l’India, hanno causato una serie di effetti a cascata che hanno portato alla perdita degli obiettivi. È necessario avere le palle per fare scelte impopolari se si vuole avere successo e risolvere seriamente la crisi globale. In sostanza quello che bisogna fare è tirare avanti. Come in una iattura… o profezia se vogliamo, gli sviluppatori hanno previsto che un mondo migliore non è (più?) possibile. Tutto quello che si può fare è cercare di renderlo il più vivibile possibile fino all’inevitabile catastrofe, che sia portata da cambiamenti climatici o guerre.

Le armi per resistere il più possibile sono numerose: agire per un reale beneficio del popolo può non avere degli effetti immediati ma garantisce un riscontro positivo sul lungo periodo, mentre la repressione o la distrazione di massa sono utili per stabilizzare la situazione in momenti di rischio. Oltre a questi metodi più o meno convenzionali si può arrivare a una categoria di azioni racchiuse sotto il nome di black ops, che vi lascio il gusto di scoprire. Fate of the World è difficile, molto. Ho avuto la tentazione a mia volta di non proseguire dopo diverse ore che mi son visto capitolare addosso, costringendomi a ricominciare daccapo. Ho notato, a giudicare dai commenti astiosi su forum e guide, che si tratta di un percorso molto comune fra gli utenti. Fortunatamente questi stessi strumenti vengono incontro per quell’ultima, fatidica, partita in cui si cambierà completamente ottica su questo titolo. Il problema principale è che, come purtroppo avviene in buona parte dei gestionali, il giocatore viene portato per mano per la durata del tutorial, in cui si affronta una questione relativamente semplice (e dico relativamente perché ci troviamo di fronte a uno dei pochi tutorial in cui fallire è un’opzione), per essere poi gettati con un calcio sullo sterno nel pozzo infinito della crisi su vasta scala.

L’enciclopedia interna aiuta ma non troppo, oltre a essere piuttosto scomoda da usare per via della mancanza di una funzione di ricerca, poiché fornisce spunti storici per le varie voci ma molto poco riguardo all’uso interno al gioco. Tipping Point, la revisione che ho avuto modo di giocare, è già intervenuta su diversi degli aspetti negativi che precedentemente erano ancora più marcati. Oltre a un leggero miglioramento dell’interfaccia, è stato introdotto il tanto agoniato easy mode (che dovrebbe rendere il gioco fruibile anche ai meno pazienti), una serie di achievement per i patiti dell’e-penis e un pacchetto di missioni aggiuntive non presenti sulla prima release.

Puoi comprare il gioco tramite il sito ufficiale cliccando qui

VOTO: 8/10

Fonte: TheindieShelter

Nessun commento:

Qual'è la vera causa della crisi secondo voi?

My Traffic Value