
Una di queste teorie ipotizza che la nostra stella stia per ibernarsi. È soprattutto questo aspetto ad interessare gli studiosi e i possibili effetti che esso possa comportare sul clima terrestre. Le osservazioni confermano che il Sole ogni 11 anni affronta un periodo di intensa attività durante la quale produce getti ed esplosioni di plasma. Mentre, sulla sua superficie, compaiono delle macchie. Il Sole ha attraversato un minimo di attività tra il 2008 e il 2010. Questo ha lasciato supporre ai fisici solari un intensificarsi dell'attività prevista per il 2013. È quanto sostiene Richard Altrock, dell'US Air Force Research Laboratory, in Nex Mexico. Il fisico ed il suo team hanno constatato come i filamenti gassosi si formino all'inizio di un ciclo solare. Con il progredire di quest'ultimo, essi si spargono verso entrambi i poli. Alla latitudine di 26 gradi si verifica un massimo solare. Immediatamente seguente, invece, è la scomparsa di questi filamenti che si formano nel ciclo successivo. Uno di questi brillantamenti, secondo Altrock, si sarebbe verificato lo scorso luglio. Bernhard Fleck, scienziato presso il Nasa's and the European Space Agency's Solar and Heliospheric Observatory, aggiunge che ora il vero protagonista sarà l'emisfero meridionale. Sebbene quello settentrionale abbia prodotto le proprie esplosioni, fortunatamente senza conseguenze rilevanti. I due scienziati, dunque, ritengono che il sud polare del Sole si stia solo preparando e che un massimo di attività non lo si debba attendere prima di febbraio 2014. Una simile simmetria tra i due emisferi è sinonimo di cambiamenti. Secondo Steven Tobias, matematico dell'Università di Leeds, nel Regno Unito, ha elaborato un modello per il quale una situazione simile precederebbe una fase di quiete, definita "grande minimo". "Cambiamenti nella simmetria sono molto più indicativi del fatto che si sta andando incontro ad un grande minimo di quanto non lo sia invece l'intensità del ciclo". I grandi minimi durano anche alcune decadi. Quella che si verificò in passato ebbe luogo tra il 1645 e il 1715 e lo si farebbe coincidere con il breve periodo glaciale che investì l'Europa in quell'epoca. Sebbene questi lunghi grandi minimi coincidano con periodi molto freddi, numerosi scienziati sono concordi con l'affermare che questi eventi possano in realtà fornire condizioni ideali per monitorare la variabilità del clima sul nostro pianeta. Conclude Michael Proctor, fisico solare dell'Università di Cambridge, "questo ciclo è simile al picco che si concluse nel 1913 e che fu seguito da un ciclo molto intenso". Opinioni discordanti. Un po' come dire: staremo a vedere!
Fonte: Nextme
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